Ventidue secondi al termine della gara. Palla in mano ad Adam Smith che studia il suo avversario, alcuni palleggi, per poi batterlo in velocità e segnare nella trafficata area pitturata il canestro della vittoria a un secondo dalla sirena. Un finale così non si vedeva da molto tempo al PalaMaggetti. Tifosi in delirio, la panchina che esplode, e due punti importanti incamerati in ottica play-off. Mancano nove giornate al termine e tutto è ancora possibile. Ogni partita è una finale, le squadre hanno sete di punti, e ieri sul parquet si è visto: Roseto avanti anche di 20 nel terzo quarto, ma poi il calo che ha permesso ai ragazzi di coach Valli di rientrare e addirittura andare ai supplementari. Emanuele Di Paolantonio analizza il finale di gara: “Purtroppo c’è stato questo calo dovuto a come ci stiamo allenando ultimamente, a singhiozzo, mai al completo almeno da due settimane e, alla fine, in campo lo paghi. Ieri finché siamo stati energici, concentrati e aggressivi, abbiamo prodotto una partita di altissimo livello contro una squadra che, in questo momento, non rispecchia assolutamente il posto in classifica che occupa, e poi loro avevano fame di vittorie perché venivano da undici sconfitte consecutive in trasferta. Ci hanno messo in seria difficoltà ma poi sul finale, per fortuna, siamo stati ancora lucidi nonostante la gara sia durata 45 minuti”.
Andrea Piazza, un innesto importantissimo, anche per far respirare Robert Fultz che non attraversa, a livello fisico, un momento idilliaco. Un giocatore che può dare più equilibrio alla squadra e permettere a Fultz di arrivare più lucido nei minuti finali.
“Esatto. Questo è il motivo – dice Di Paolantonio – del perché abbiamo fatto questa scelta, un giocatore di sistema, che guarda prima alla squadra e poi a se stesso. Fino ad ora siamo stati bravi a sopperire a questa mancanza, ma un cambio di ruolo, anche per aumentare la rotazione degli esterni, ci serviva. Un plauso alla società che ci ha permesso di tornare sul mercato e completare il roster”.
Una menzione speciale per Nicola Mei, che ha avuto la febbre a 39 fino alla sera precedente, ma anche Riccardo Casagrande e Giovanni Fattori, all’apparenza comprimari, ma che alla fine sono fondamentali per il gioco di squadra. Il merito è anche di Emanuele Di Paolantonio che ha saputo spronare questi giocatori.
“Ti ringrazio però ovviamente il valore è il loro e io cerco soltanto di mettere tutti nelle migliori condizioni possibili per rendere al meglio. Siamo contenti dell’impatto che ha Riccardo, un giocatore per noi fondamentale perché è il nostro miglior difensore, ci dà energia, intensità, e che ha trovato anche qualità in attacco. Sono contento per Giovanni che si è sbloccato offensivamente e poi Nicola, un giocatore adatto a Roseto, un agonista, un combattente. Non è una sorpresa, si sta confermando sui suoi livelli”.
Purtroppo un episodio increscioso, anzi due: prima l’assalto al bar “Baraonda” da parte di alcuni teppisti (probabilmente di Forlì) che hanno devastato l’esercizio colpendo anche alcuni clienti, e poi lo scoppio di petardi dentro il PalaMaggetti da parte di alcuni tifosi rosetani, episodi che nulla hanno a che fare con lo sport.
“Lo scoppio di un petardo in un luogo così chiuso – precisa Di Paolantonio – poteva portare a conseguenze ben più gravi che, per fortuna, non ci sono state. Un episodio che va assolutamente censurato, così come l’assalto al bar, cose che con lo sport ci entrano davvero poco”.
Ora due partite importanti, domenica 19 febbraio di nuovo in casa con Recanati e poi il 26 febbraio a Chieti.
Luca Venanzi