Si continua a parlare della tassa di soggiorno a seguito di un’iniziativa avviata e portata avanti ostinatamente dal Sindaco di Giulianova, l’amico Francesco Mastromauro, che sta tentando, in tutte le maniere, di coinvolgere in questa sua infelice iniziativa anche gli altri comuni della costa teramana.
Considerando che da un po’ di tempo vari buontemponi si divertono a fantasticare attorno ed a favore dell’imposizione di questo tributo, penso che sia giusto fare, in merito, alcune doverose ed opportune considerazioni.
Innanzitutto la tassa di soggiorno grava sugli albergatori ed ha, inoltre, pesanti effetti negativi sui turisti. Una delle prime domande che loro rivolgono al momento della prenotazione riguarda proprio l’applicazione o meno della tassa.
In secondo luogo i sindaci che dicono che con i soldi di questo tributo faranno promozione, manifestazioni e abbellimenti non sono sinceri, perché quei soldi entrano nel bilancio comunale, dopodichè dove vanno lo decide il consiglio comunale e non gli operatori turistici. In tutti i comuni italiani da Roma a Venezia, da Riccione a Sanremo, dei soldi della tassa di soggiorno si sono perse le tracce.
Si tratta inoltre di una tassa facoltativa “imposta dal Comune” sulla cui riscossione tutti i sindaci finiscono per rischiare di essere in “omissione” permanente (una questione di rilevanza penale). La privacy e la riservatezza delle statistiche infatti non consente alla pubblica amministrazione di verificare se i turisti alloggiati pagano o non pagano. Infatti la tassa la incassano gli albergatori in quanto sostituti d’imposta ma poi presenze e versamenti alle casse comunali non quadrano mai, in nessuno dei Comuni che la applicano, insomma un pasticcio irrisolvibile. Basta un esposto sul mancato controllo, ovvero sulla possibile omissione, e per loro sono guai seri.
E’ una tassa divisiva che, come dicono certi pubblici amministratori, “non grava sui cittadini”.
Infatti grava su una sola categoria (quella che fornisce l’alloggio) e fa perdere simpatia, clienti e fatturato ai comuni che la impongono.
E’ anche una tassa iniqua perché non tocca le altre componenti della vacanza come, ad esempio, i trasporti, la balneazione, la ristorazione, l’artigianato tutte attività che si attivano quando ci sono i turisti.
La tassa di soggiorno piace però agli abitanti antituristi. Fa felici coloro che odiano le invasioni dei forestieri e che vogliono mantenere il proprio posto auto all’ombra anche d’estate, anzi proprio d’estate.
L’Abruzzo è ancora esente dal barbaro saccheggio dell’ospitalità generata dalla tassa di soggiorno, Roseto e le sue sorelle della costa (Martinsicuro, Alba Adriatica, Tortoreto, Giulianova, Pineto e Silvi) sono città che non meritano l’antipatia dei turisti europei.
Attendersi che il turista paghi qualcosa per fare vacanza, per alloggiare, per andare in spiaggia è legittimo, normale, banale e infatti chi arriva paga già benzina, autostrada, pensione completa, bevande e anche l’ombra (lettino e ombrellone).
Ma la costa teramana e i suoi sette sindaci sono poi tanto belli, attraenti e simpatici da potersi permettere di indispettire i propri ospiti? Nessuno lo è abbastanza. Se le sette sorelle della costa abruzzese restassero esenti da questa malefica tassazione potrebbero comunicare ai turisti europei che: qui non c’è cattiveria, noi siamo bravi, a noi piace ospitare e fare felici i nostri clienti.
Però c’è chi obietta: ci servono soldi.
Non sarà facile far capire e far condividere ai turisti che alle sette sorelle servono soldi per riequilibrare il bilancio, per l’arredo urbano, per le fogne e per il verde pubblico. Le coste venete e romagnole con tutta la loro esperienza hanno fatto un patatrac con la tassa di soggiorno, in alcuni comuni si paga in altri no e questo crea una disparità che poi si vede dalle statistiche.
Tenuto conto che la tassa in Italia si paga solo nel 30% dei Comuni, mi sembra legittimo consigliare ai miei amici e colleghi amministratori di Roseto ed a quelli delle sue sorelline della costa che prima di affiliarsi al club degli antituristi conviene riflettere approfonditamente.
Di una cosa si può stare certi: se la costa abruzzese, viste le casse esauste della regione, volesse comunicare all’Europa la propria “esistenza” non dovrebbe neppure avvicinarsi ai fanatici della tassa perché i turisti la odiano e non sono affatto abituati a pagare un pedaggio anche piccolo sul numero di notti che passano fuori casa.
Ma poi a che servirebbe? Dove la tassa si paga i sindaci promettono “faremo grandi cose con i soldi della tassa di soggiorno”, ma non è vero. Quell’importo finisce nel bilancio comunale e dopo ? Dopo deve passare dal consiglio comunale che di priorità ne ha tali e tante da non poter separare i soldi della tassa dal resto del bilancio.
E’ un’implicita quanto disarmante ammissione: invece di lottare contro i veri problemi che sono l’abusivismo e l’evasione si penalizzano i turisti e gli operatori economici che producono posti di lavoro, occupazione e ospitalità.
Per di più la maggioranza dei Comuni che impongono questo tributo non hanno una politica per il turismo. Invece di valorizzarlo lo bastonano e lo sfruttano.
Un’altra considerazione che viene fatta da alcuni amministratori è questa: visti i tagli del governo ai comuni la tassa di soggiorno serve per garantire la loro stabilità per cui qualcuno dice che questo gettito non va destinato a finanziare un settore in crescita come il turismo al quale non serve nulla !
Praticamente qualche gagliardo amministratore, a partire dal simpatico Sindaco di Giulianova Francesco Mastromauro, invece di iniziare a pensare a detassare il settore turistico per agevolare nuovi investimenti (finalizzati soprattutto al miglioramento delle strutture esistenti, del confort, dei servizi o per la realizzazione di nuove e moderne strutture alberghiere), continua nel maldestro tentativo di coinvolgere anche gli altri comuni della costa teramana in un’azione deleteria per l’intero comparto. Cercheremo di spiegargli meglio l’inopportunità di scelte del genere sicuri che capirà e cambierà la propria strategia indirizzando tutto il suo dinamismo in funzione di serie iniziative per un settore, l’industria dell’ospitalità e dell’accoglienza, realmente trainante per l’economia teramana.
Antonio Norante Consigliere Comunale delegato al Turismo Comune di Roseto degli Abruzzi