CIANCAIONE: “CASAROSA AL DOPO DI NOI PER I DISABILI GRAVI, PER IL 118 ALTRE SOLUZIONI POSSIBILI”  

 

rosaria

La capogruppo di Articolo Uno – Mdp, Rosaria Ciancaione, ha tenuto una conferenza stampa stamattina alle 10,00 nel centralissimo Lido Celommi per fare chiarezza  sulla struttura CASAROSA destinata al “DOPO DI NOI” che invece l’Amministrazione comunale vorrebbe assegnare per 10 anni al servizio ASL del 118.

“La vicenda”, esordisce la capogruppo, “si è discussa in consiglio comunale con la mozione presentata da Articolo Uno-Mdp sui problemi legati alla disabilità ed in particolare sulla struttura del DOPO DI NOI, cioè, una struttura che deve OSPITARE UNA COMUNITA’ – ALLOGGIO PER LA RESIDENZIALITA’  ASSISTITA A FAVORE DI DISABILI GRAVI” che  inopinatamente,  l’amministrazione Di Girolamo vuole  sottrarre ai disabili gravi, tanto è vero che la mozione è stata respinta  con la maggioranza che ha votato compatta per confermare la decisione di togliere la struttura ai servizi sociali sulla disabilità”.

E’ assolutamente incomprensibile l’atteggiamento della maggioranza che continua a sostenere  illegittimamente l’assegnazione della struttura al 118 pur avendo acquisito piena consapevolezza del vincolo di destinazione della struttura per 20 anni. Infatti, il finanziamento di  274 mila euro assegnato dal Ministero delle politiche sociali per la realizzazione di CASAROSA, in caso di  finalità diversa,  per  espressa previsione di Legge e di convenzione firmata dal Comune, sarebbe da restituire allo stesso Ministero e il terreno utilizzato, qualora  avesse comportato una diversa destinazione rispetto a quella di PRG, dovrebbe   tornare  a quella originaria.

“I lavori di costruzione di Casarosa furono ultimati nove anni fa”, continua la capogruppo, “e il servizio sperimentale del “dopo di noi” avviato nel 2012 per un massimo di otto giorni mensili. Il vincolo di legge permarrà fino al 2028. C’è solo una via per far si che quei fondi assegnati dallo Stato alla disabilità raggiungano gli obiettivi che la Legge 104/92 si prefigge e, cioè, procedere immediatamente alla sistemazione del sistema idraulico circostante CASAROSA, anche in sinergia con il privato, affinchè la struttura non subisca più allagamenti, procedere di seguito a realizzare i lavori di sistemazione necessari e riavviare i servizi sulla disabilità che fino a qualche mese fa erano attivi e funzionanti, come le attività ludico-ricreative  e   lavorative perfettamente condivise e conosciute  dal Comune (pet terapy, laboratorio ceramica, palestra per attività motoria, assistenza fisioterapica…).

Per passare al tema del 118, il Decreto del Commissario ad Acta Regionale n. 95/2015  prevede la dislocazione a Roseto di un Mezzo di Soccorso Avanzato (MSA), attivo 24 ore su 24, con a bordo un medico abilitato all’emergenza, un infermiere e un autista tecnico specializzato mentre il Comune deve dare il proprio supporto per individuare una struttura idonea ad accogliere il servizio  possibilmente nella zona sud onde coprire anche Pineto e tutti i centri della vallata del Vomano.

L’importanza del servizio del 118 su Roseto è fuori discussione ma di soluzioni se ne possono studiare diverse senza andare a toccare una struttura che non può essere distratta dalla destinazione per cui è stata realizzata e, cioè, il servizio del “Dopo di noi” relativo alla residenzialità assistita a favore dei disabili gravi.

Per il 118, infatti, si potrebbe valutare la possibilità di condividere  gli spazi con la Croce Rossa dislocata proprio nelle immediate vicinanze di CASAROSA e in tal caso la sinergia con i volontari della CRI sarebbe massima consentendo di capire più velocemente se la chiamata del cittadino ha bisogno di un intervento con il medico o solo di un equipaggio base dell’associazione di volontariato, come affermato sulla stampa dai dirigenti dell’ ASL.

Si potrebbe valutare ancora la possibilità di dislocare il 118 presso la struttura della ASL situata in piazza Marco Polo, attuale sede del consultorio, sempre vicinissima alla CROCE ROSSA che fino a qualche anno fa ospitava oltre al consultorio anche il 118 e il medico di guardia.

Si potrebbe valutare inoltre, sempre per restare nella zona sud, la possibilità di dislocare il 118 presso la Casa Cantoniera chiedendo all’ANAS l’assegnazione della stessa per finalità socio-sanitarie. Anche in tal caso il servizio del 118 e la C.R.I. sarebbero comunque molto vicini.

In conclusione, ci sono diverse possibilità da prendere in considerazione per il 118 ma non è possibile pensare che il servizio venga dislocato  nella struttura di CASAROSA perché non è pensabile  distogliere la medesima struttura dalle finalità per cui è stata realizzata con fondi a destinazione vincolata, appunto, come da previsioni della legge 104/92, tenendo anche conto  che, purtroppo,  i casi di disabilità sono in continuo aumento.

CASAROSA deve essere rimessa a posto, a partire dalla soluzione tecnica da dare al sistema di raccolta delle acque nella zona circostante. Ci sono difetti strutturali o di progettazione come affermato in consiglio comunale, nonostante un certificato di regolare esecuzione, nonché di un certificato di collaudo firmato da tecnico regolarmente abilitato e depositato presso il Genio civile per “fabbricato ad uso centro per disabili”? C’è anche un problema di “polveri sottili” perché la struttura è stata costruita al di sotto del piano stradale? L’amministrazione comunale, se è vero, non può esimersi dal chiamare in causa gli eventuali responsabili che per legge  sono coperti da assicurazione e se c’è un risarcimento dei danni subiti  quei soldi possono essere utilizzati per dare soluzione vera ai problemi riscontrati restituendo la struttura alla finalità per cui è stata costruita.

Una domanda, a questo punto sorge spontanea: ma l’ASL, di fronte alle affermazioni  dei consiglieri di maggioranza, peraltro professionalmente competenti in materia tecnico-progettuale, oltre che sanitaria, che addirittura affermano che la struttura andrebbe demolita, come  può pensare di dislocarvi il 118 per l’attività sanitaria di emergenza/urgenza? Come può pensare  che un medico, un infermiere e un autista possano stare in quella struttura 24 ore su 24? Come si concilia l’art. 8 del contratto di comodato in cui si afferma il buono stato di manutenzione dei locali, trovati asciutti e salubri, di completo gradimento ed idonei all’uso convenuto con quanto dichiarato in consiglio comunale dall’intera maggioranza? Come si concilia l’assegnazione definita “provvisoria” dalla maggioranza di fronte a un contratto di comodato della durata di 10 anni?

“Quella struttura deve essere messa a posto”, conclude Rosaria Ciancaione,  “e deve tornare al DOPO DI NOI, non ci sono scuse o motivazioni che tengano sia dal punto di vista giuridico sia da quello tecnico progettuale sia dal punto di vista sociale. Quella casa è dei disabili. Non è del 118!”

 

 

 

 

 

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