ANDREINA MORETTI BISSA, ESCE “ASPETTANDOTI”

Sulla copertina i suoi sei figli che guardano il panorama dal belvedere di Montepagano. Andreina Moretti, dopo il libro di racconti e poesie “Nel Cielo di Erode”, esce con un romanzo dal titolo “Aspettandoti” (Casa editrice “Il Viandante”).

“La mia vita è stata una continua attesa di qualcosa – dice Andreina –  delle volte non sapevo neanche di che cosa. Ho atteso sempre qualcosa che succedesse, che arrivasse. E se guardo la vita dell’uomo nella sua interezza è un’attesa: attendiamo l’arrivo di un figlio, l’esito di un esame, alle poste, in banca, alla fermata di un autobus, aspettiamo una lettera. L’uomo è in continua attesa, e l’attesa ci proietta al domani, molto spesso perché non accettiamo l’oggi”.

Spesso è difficile accettare l’oggi e accettarsi, e allora ci proiettiamo al domani, nella speranza che possa migliorare la nostra vita. “La mia è stata una vita difficile – aggiunge Andreina – da piccola ero già stanca di esistere. Andando avanti ho visto che la vita non dipendeva solo da me ma c’era una volontà superiore alla mia che voleva che io ci fossi. E allora attendevo quell’evento che mi suscitasse questo desiderio di arrivare al domani”.

I suoi sei figli, sulla copertina del nuovo libro, sono seduti con una lanterna e aspettano. “Loro sono la luce nel buio, ognuno di loro ha portato un po’ di luce alla mia vita, mi hanno aiutato a guardare oltre”.

Ma tu stai ancora aspettando qualcosa?  

“Ho fatto delle foto con il velo, simboliche. Oggi attendo delle cose molto più importanti, per me. Finalmente ho cominciato a guardare a me stessa, fino a ieri mi nascondevo. Oggi è stata una riscoperta, uno svelamento in tutti i sensi”.

Il passato non si può dimenticare ma si può superare, altrimenti non riesci a vivere appieno l’oggi…

“Per tanti anni il mio passato è stato un peso, non riuscivo a uscirne, Oggi va molto meglio e la scrittura mi aiuta molto. Certo, preferisco trasmettere le mie emozioni parlando a quattr’occhi, ma scriverle è più semplice. Mi sento una donna forte ma ho tante fragilità”.

Il libro è dedicato a Simone Marini, giovane ragazzo rosetano scomparso prematuramente per un incidente. “Io non conoscevo Simone ma la sua scomparsa mi ha sconvolto. Era un ragazzo pieno di vita, conosco bene la madre. Ho pensato che potesse essere un mio figlio e ho iniziato a pensare al dolore che un genitore possa provare nel sopravvivere a un figlio giovane che muore. Questo libro è dedicato a lui”.

Luca Venanzi

 

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