Qualche giorno fa mi ha contattato Davide Ferretti, caro amico comune con tanti altri amanti della natura, appassionato ed esperto “birdwatcher” e fotografo naturalista. Tante volte ci siamo scambiati informazioni su presenze particolari lungo le nostre colline o alle foci dei fiumi. Ricordo con estremo piacere i suoi avvistamenti di Fenicotteri e Gru degli scorsi anni alle foci del Vomano e del Tordino, luoghi, quelli delle foci dei nostri fiumi, bistrattati e costantemente danneggiati dall’opera dell’uomo, nonostante siano, invece, importantissimi luoghi utilizzati come area di sosta per le specie migratrici. E’ sulle foci che, infatti, ci si concentra per osservare le specie più rare di uccelli essendo comunque luoghi vietati all’attività venatoria e ancora salvi dall’antropizzazione pesante che ha interessato il resto del territorio costiero teramano.
Quello che mi ha comunicato però Davide qualche giorno fa, ha dell’incredibile e conferma l’estrema importanza dell’istituzione di alcune aree protette lungo la costa che, anche se “a macchia di leopardo” ancora riescono a mantenere un equilibrio tra gli ecosistemi marini e collinari.
“Una decina di giorni fa con Marco Cirillo abbiamo visto un’Aquila minore in morfismo chiaro che volteggiava sulle campagne della Riserva naturale del Borsacchio, all’altezza di Cologna Paese. Te ne do segnalazione r ti invio la foto perché è sicuramente una specie interessante“.
Quando un appassionato come Davide, equilibrato e mai fuori luogo, parla di “specie interessante” osservata con un altro esperto come Marco Cirillo (i birdwatcher seri non si attribuiscono mai un riconoscimento se non sono supportati da almeno un’altra persona altrettanto brava che ne confermi l’avvistamento) si tratta di una osservazione davvero eccezionale.
Un’Aquila minore (Hieraetus pennatus) nella Riserva naturale del Borsacchio è la notizia più bella che poteva aspettarsi chi conosce ed ama questo territorio e desidera, più di ogni altra cosa, che anche gli altri territori, non solo le foci dei fiumi, tornino ad avere quegli equilibri naturali persi negli ultimi trent’anni, nella certezza dell’assoluto valore naturalistico di tutti gli ecosistemi costieri.
L’Aquila minore è specie rarissima in Italia, con segnalazioni rade per l’intero medio-adriatico. Si reca in Italia prevalentemente per passare l’inverno dato che nidifica solo nella fascia centrale e meridionale di Europa ed Asia, nonché in alcune zone dell’Africa nord-occidentale. La migrazione post-riproduttiva verso i quartieri di svernamento si svolge da agosto a novembre, quella pre-riproduttiva verso i quartieri di nidificazione tra marzo e aprile. In Italia è considerata, quindi, migratrice e svernante. Un ridottissimo numero di individui, cioè, decide ogni anno di trascorrere i periodi freddi invernali lungo le colline italiane alle quote più basse e si ferma, ovviamente, dove trova le condizioni più adatte. E’ possibile osservarla, anche se raramente, nelle aree protette maremmane e nel Parco Nazionale del Cilento.
Non trovando più gli habitat indispensabili al suo rifugio, quegli estesi boschi di Roverella (Quercus pubescens), misti a Farnia (Quercus robur), Leccio (Quercus ilex) e Acero minore (Acer monspessulanum), interrotti da brughiere e praterie, che caratterizzavano una volta le prime quinte collinari costiere e, soprattutto, non avendo più una sufficiente disponibilità di prede da catturare per alimentarsi, l’Aquila minore, fino ad oggi, era del tutto scomparsa dalle nostre zone. Come tutte le Aquile, infatti, cattura le prede sia a terra che in volo, compiendo picchiate e inseguimenti veloci e spettacolari e si ciba di uccelli di piccole e medie dimensioni ma anche e soprattutto di piccoli Mammiferi e Rettili. Il diradarsi della fauna alla base della propria alimentazione aveva comportato l’allontanamento di tali specie, al vertice della catena alimentare, dalle nostre colline.
Il fatto che un’Aquila minore abbia deciso di svernare nella Riserva del Borsacchio è un ottimo indicatore dell’effetto di recupero della naturalità che le aree interne della riserva stanno avendo dal 2010. Con l’istituzione della Riserva Naturale del Borsacchio, insomma, anche il solo blocco totale delle attività venatorie, potrebbe essere stato già sufficiente per ottenere un miglioramento delle condizioni ambientali.
La speranza di tutti è che l’avvio di una corretta gestione della Riserva possa migliorare ancor più tali situazioni, creando le condizioni per un più attento controllo del territorio, eliminando del tutto il bracconaggio, purtroppo ancora presente, ed avviando quelle forme di sviluppo per cui, la presenza di animali, piante e paesaggi straordinari, siano il motore per una crescita culturale collettiva e una promozione vera di quel contesto, quale è quello di Roseto degli Abruzzi, ancora sano da un punto di vista ambientale.
Il Commissario Straordinario della Riserva Naturale “Borsacchio”
Il Direttore dell’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano”
Dr. Fabio Vallarola