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La Rinoplastica

de luca

Dott De Luca Adriano

Specialista in Otorinolaringoiatria e Patologia Cervico -Facciale

Via C. Colombo, 129 Roseto Degli Abruzzi – TE

adrianode.luca@alice.it (ambulatorio chirurgico)

tel. 085/8942782 cell.3356380833

L’OSSESSIONE DELLA BELLEZZA

L’ossessione dei tempi moderni: la bellezza estetica a tutti i costi.
La società contemporanea si basa su modelli spesso superficiali ed effimeri; quali il successo senza scrupoli, la realizzazione dei propri obiettivi con il minor dispendio di energie e la perfezione estetica al di sopra di ogni altra componente della personalità umana. I media offrono dei modelli spesso irraggiungibili, dove la bellezza del corpo diventa culto e tutti quelli che non ce l’hanno sono esclusi; conformarsi a questi parametri estetici è diventata una delle ossessioni dei nostri giorni che colpisce maggiormente le nuove generazioni, interessate più che nel passato alla cura dell’aspetto fisico. Da questi presupposti tratteremo negli articoli che seguiranno l’evoluzione dell’intervento più significativo della chirurgia nasale la rinoplastica che percorre nei millenni una trasformazione da aspetti punitivi per reati di vario genere non certamente estetici, sino ai nostri tempi con l’obiettivo del raggiungimento della bellezza a tutti i costi, partendo dalla sua storia.

LA RINOPLASTICA TRA PASSATO E FUTURO

La storia della chirurgia nasale risale alla notte dei tempi. Nel papiro dell’antico Egitto di Edwin Smith (1822–1906), dal nome dell’antiquario americano che lo acquistò a Luxor nel 1862, sono descritti la diagnosi e il trattamento delle deformità nasali effettuate circa 3000 anni or sono. Tracce storiche sporadiche di interventi di chirurgia ricostruttiva del naso compaiono già nel mondo dell’Egitto antico nel 1500 a.c. con citazioni risalenti al 3000 a.c. (papiro di Ebers o Smith). In india i chirurghi della scuola di Sushruta nel 1300 a.c. eseguivano rudimentali ricostruzioni del naso tagliato per le feroci punizioni inflitte a coloro che si erano macchiati del reato di adulterio, tradimento e rapine. In occidente Cornelio Celso (1° secolo D.C.) descrive l’intervento per trattare ferite del volto e in particolare naso e orecchie, per riparare le mutilazioni subite dai soldati in battaglia durante le campagne militari. Dopo Celso, con l’unica eccezione di Oribasio (325-403 D.C.) ad Alessandria d’Egitto, di ricostruzione nasale non si ebbe più notizia per vari secoli e quando se ne riparlò, fu una storia quasi esclusivamente italiana. Bisognerà comunque attendere il rinascimento italiano, con la tradizione chirurgica dei Branca di Catania (XV sec.), dei Vianeo di Tropea (xv-xvi sec) ed il bolognese Tagliacozzi (1545-1599).

LA RINOPLASTICA DEI BRANCA DA CATANIA

La famiglia siciliana dei Branca elaborò due procedure per la ricostruzione del naso. Il padre Gustavo, che nel 1432 ottenne l’autorizzazione per se e i suoi discendenti dal re di Sicilia Ferdinando I seguendo i dettami dell’antica scuola indiana di Sushruta (1300 a.C.). I chirurghi di quel tempo e sino a tutto il XV secolo, erano privi di ogni base culturale medica e scientifica. Spesso erano solo dei barbieri che avevano imparato, con il solo ausilio dell’esperienza e diligenza, ad usare il rasoio. Pertanto avevano l’abitudine di non divulgare le loro tecniche tenendole persino segrete, lasciando che si estinguessero quando l’ultimo discendente della famiglia fosse morto. E così fu per i Branca alla fine del XV secolo.

LA RINOPLASTICA DEI VIANEO DI TROPEA

Spariti i Branca da Catania, la rinoplastica riappare alla fine del XV secolo e sino alla metà del seguente in Calabria, dove la famiglia Vianeo, originaria di Maida ma trasferitasi a Tropea, città imperiale e quindi assai più redditizia per libero professionisti come essi erano, ricostruivano nasi con grande successo e ricchezze.
I Vianeo e prima ancora i Branca, limitavano la trasmissione del loro sapere ai soli membri della famiglia di padre in figlio.

IL FURTO DELLA TECNICA

Nell’autunno del 1549, un giovane medico emiliano Leonardo Fioravanti, giunto a Tropea, celata la sua identità, apprese, con l’inganno, le tecniche che i chirurghi calabresi, con grande spirito di ospitalità, gli avevano mostrato per tutta la durata del suo soggiorno, nonostante l’alone di segretezza che loro stessi avevano messo a punto. Tornato a Bologna, cominciò a occuparsi egli stesso di questo tipo di chirurgia, purtroppo, senza grandi successi. Nel 1570 pubblicò il “Tesoro della vita umana” opera nella quale la tecnica dei Vianeo è definitivamente resa nota, in tutti i suoi particolari.

LA RINOPLASTICA DI GASPARE TAGLIACOZZI

Adulteri, ladri, traditori e vinti in battaglia, vedevano amputato il proprio naso, per questa ragione la ricostruzione del naso era un intervento molto richiesto a quell’epoca. Il brillante giovane anatomista Tagliacozzi (1545-1599), letto il libro di Fioravanti, provò l’operazione, la modificò e la perfezionò, pubblicando un capolavoro illustrato “De curtorum chirurgia per insitione”(1597, Venezia). La tecnica ricostruttiva del Tagliacozzi è stata utilizzata fino a tempi recenti ed è tuttora nota con il nome di “lembo italiano”. Morto il maestro bolognese, la sua tecnica trovò molti invidiosi e delatori, la medicina ufficiale se ne apprezzava la procedura, ne contestava l’utilità. Il clero la riteneva sacrilega. La Chiesa arrivò a fare esumare la salma del Tagliacozzi dalla tomba nella chiesa del Monastero delle suore di San Giovanni Battista, trasferendola in terra sconsacrata. Mistero aleggia sulle salme dei Vianeo a Tropea trafugate in tempo prima che analogo destino le cogliesse. Ad ogni modo la rinoplastica non fu esente da quel declino che tutta la chirurgia nel periodo a seguire, XVII e XVIII secolo subì. La rinascita avvenne agli albori del XIX secolo quando arrivarono dall’Inghilterra notizie sulle tecniche ricostruttive che gli Indù adoperavano da secoli in India. Era il “metodo indiano” ma questa è un’altra storia…

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