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IL CNA DI TERAMO RISPONDE AL SINDACO DI ROSETO PAVONE IN MERITO AI DATI SULLA TASSAZIONE

cna-300x3001Di seguito riportiamo la risposta del Cna di Teramo al Sindaco Pavone

Egr.Sig. Sindaco del Comune di Roseto A.
Dott. Enio Pavone
I dati che la CNA ha illustrato nella conferenza stampa di lunedì 27 luglio, sono il frutto di uno studio fatto dalla CNA nazionale, attraverso la sua struttura che si occupa di Politiche fiscali, che, con questo lavoro dedicato all’Abruzzo, stabilisce il peso del fisco sulle piccole Imprese (Total Tax rate), ed anche , con esattezza , il giorno in cui, nei quattro capoluoghi di provincia, come negli altri centri più grandi della regione, un’impresa smette di lavorare per l’Erario ed inizia a guadagnare per sé (Tax Free day).
Una ricerca che mette assieme diverse voci relative alla fiscalità nazionale (come l’Irpef), regionale (come le addizionali pagate sull’Irpef in ragione del debito sanitario) e locale (come lo smaltimento rifiuti, l’Imu, i diversi servizi) realizzata sui quattro capoluoghi (L’Aquila, Chieti, Pescara, Teramo), ma anche sugli altri centri di maggiori dimensioni nelle quattro province: Giulianova e Roseto per il Teramano; Montesilvano e Spoltore per il Pescarese; Lanciano e Vasto per la provincia di Chieti; Avezzano e Sulmona per la provincia aquilana.
Quello presentato non è un sondaggio, sono dati certificati perché il Paese ha bisogno di serietà anche nella comunicazione. Il problema, per il piccolo imprenditore, come lei ben sa, non è costituito solo dall’entità del prelievo, tra i più alti del mondo, ma anche dalla complessità delle procedure. Speravamo che il federalismo fiscale migliorasse la situazione, ma anche questa speranza è stata frustrata: la situazione è peggiorata, introducendo una variabilità territoriale che contribuisce ulteriormente a disincentivare le imprese e a deprimere l’economia. La tassazione locale sta assumendo un peso sempre più rilevante nel prelievo complessivo. E, francamente, per le imprese è irrilevante che sia lo Stato o i comuni a imporre maggiori tributi.
Siamo a disposizione per qualsiasi confronto utile a chiarire e approfondire i dati ottenuti dallo studio.
Distinti saluti.

Risposta per il Sindaco di Roseto degli Abruzzi
I dati presi a base dello studio dell’Osservatorio CNA sono calcolati su un caso concreto di impresa che rimane sempre lo stesso in tutta Italia, sulla base delle aliquote e tariffe deliberate dai diversi comuni. Lo studio integrale con le ipotesi assunte e corredato di nota tecnica, si trova pubblicato su web dal 28 aprile 2015, ed ogni anno sarà aggiornato sulla base delle decisioni dei Comuni. Ogni anno vedremo come è andata.
Trattasi di un’impresa che, oltre ad essere rappresentativa della piccola imprenditoria italiana, ha parametri di struttura ed economici coerenti con una sana gestione imprenditoriale e risponde, inoltre, ai requisiti di affidabilità in termini di volumi di ricavi e di reddito dichiarati. A tal fine, sono stati utilizzati i medesimi parametri fissati da più di 17 anni dagli studi di settore (vedi quanto si dirà in appendice tecnica). In particolare si tratta di un’impresa individuale che utilizza un laboratorio artigiano di 350 mq ed un negozio destinato alla vendita di 175 mq. Dispone, inoltre, di macchinari, attrezzature, mobili e macchine d’ufficio e di un automezzo per il trasporto conto proprio e presenta la seguente situazione:

I calcoli si sono stati effettuati considerando tutti gli elementi che rientrano nel concetto di pressione fiscale ISTAT, quindi sia i tributi (IRPEF, IRAP, Addizionale regionale all’IRPEF, Addizionale comunale all’IRPEF, IMU e tassazione sui rifiuti) sia i contributi dovuti dall’ artigiano o dal commerciante, identificati con l’acronimo IVS (Invalidità, Vecchiaia e Superstiti). Si è ben consapevoli che i contributi pensionistici hanno una natura diversa dai tributi dal momento che, a fronte dei relativi versamenti, si matura una rendita futura (la pensione). Tuttavia rientrano comunque nel concetto di pressione fiscale ISTAT e, quindi, di “Total Tax Rate” in quanto, quali contributi obbligatori, esercitano comunque un impatto sul reddito d’impresa prodotto e, conseguentemente, sul reddito disponibile dell’imprenditore (per maggiori approfondimenti si rinvia a quanto indicato nella nota tecnica al volume).
Prendendo come riferimento un’impresa che risponde ai criteri di cui sopra ed assumendo come anno zero il 2011, nel documento si valutano gli effetti delle scelte compiute nel tempo dai governi nazionali nella ridefinizione del sistema fiscale, nonché di quelle dei governi regionali ovvero delle amministrazioni municipali nello stabilire la misura dei tributi locali.
In particolare, per Roseto degli Abruzzi, l’incremento tra il 2011 ed il 2012 è dovuto all’IMU applicata sugli immobili strumentali dell’impresa (laboratorio artigiano + il negozio) che, per effetto sia dall’aumento del valore catastale che delle aliquote, passa da 2.552 a 4.208 (aumento di 1.656 euro in un anno), ed un ulteriore aumento di 1.662 euro sugli stessi immobili tra il 2012 ed il 2013, questa volta per dell’aumento dell’aliquota dal 0,76% all’1,06%. Si tratta di immobili accatastati come C3 e come C1, pertanto tutto il tributo entra nelle casse del Comune.
In soli due anni, l’IMU dovuta da questa impresa, passa da 2.552 a 5.870 segnando un aumento del 130%. Anche la tassazione sulla nettezza urbana aumenta progressivamente di 500 euro, facendo registrare un aumento del 19,40%. Tutti questi aumenti rapportati al reddito d’impresa che rimane sempre lo stesso, fanno lievitare il TTR di parecchi punti.

 

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