Quando architettura e design si uniscono possono nascere opere d’arte. La passione, l’impegno, la creatività, tutte qualità che portano alla creazione di gioielli dal design originale, micro-sculture dalla linea pulita. Giorgia Di Simone ha 30 anni ed è laureata in ingegneria edile-architettura. Prima gli studi a L’Aquila poi, dopo il terremoto, il trasferimento a Roma, dove vive tutt’ora. Rosetana doc, ha fatto diverse esperienze lavorative in aziende specializzate in design e moda: riproduzione di gioielli per il cinema e moda all’accademia di design per gioielli e moda, per poi passare alla corte di Marta Paolillo, creatrice di gioielleria e alta gioielleria, dal 1860 azienda leader di design e moda. Dalla teoria alla pratica. Nella libreria “La Cura”, da sabato, c’è la mostra delle opere di Giorgia Di Simone, che si concluderà domani, venerdì 19 febbraio.
Come nasce l’idea di questa mostra?
“Ringrazio davvero Fabio Di Marco – sottolinea Giorgia – perché è stata la persona che fin da subito mi ha dato la possibilità di esporre, di fare progetti. Sono entrata nella sua libreria per cercare qualche testo e, chiacchierando, è venuta fuori quest’idea”.
Come si lega l’architettura alla creazione di gioielli?
“Gli architetti – dice Giorgia – riescono ad avere un occhio in più sul design dei gioielli, sulla pulizia delle linee. La peculiarità dell’architetto rispetto a un disegnatore di gioielli è il saper vedere l’oggetto in 3D, un accessorio fondamentale, dalla borsa al gioiello. Uso le mie competenze in ingegneria sia dal punto di vista del disegno sia per l’aspetto tecnico, perché il metallo è un materiale molto difficile da trattare. Conoscerlo dal punto di vista chimico è molto importante”.
Progetti per l’immediato futuro?
“Sicuramente farò una collezione delle mie creazioni e c’è stata una proposta qui a Roma per la distribuzione bijoux, e poi continuare sulla linea di oreficeria, e poi vedremo cosa succederà”.
Luca Venanzi
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