Questo l’incipit del libro:
“In ognuno di noi c’è il se stesso consapevole, un tipo di cui di solito ci fidiamo, un aspetto burlonesco, un po’ goliardico un po’ buffone e, quindi, un “alter-ego” spesso inconsapevole, un po’artistico un po’ geniale, perlopiù incompiuto, che, a volte, accende la nostra curiosità, altre, approfondisce ed indaga! Il fascino senza tempo della figura di colui che compie indagini e studia ogni tipo di fenomeni, si concentra prevalentemente in due personaggi, letterari e non, tipici della seconda metà dell’Ottocento.
Da un lato ‘l’investigatore del trascendente’, che studia il mondo metafisico, composto da fenomeni paranormali, demoni, case infestate di spettri ed arcaiche maledizioni, dall’altro ‘il detective classico’, il genio dell’intuizione, un personaggio tanto abile quanto intelligente, in grado di essere un ammaliante gentiluomo, ma anche un rozzo architetto di trame, quando interviene ed agisce per raggiungere l’unico scopo a lui caro: la risoluzione del dilemma.
Quest’ultimo, si è incarnato man mano, nel tempo, nel figlio prediletto dalla fantasia fervida di Edgar Allan Poe, il mitico Cavalier Monsieur C. Auguste Dupin, protagonista delle novelle cosiddette ‘di raziocinio’ e del mistero, in possesso, come ci spiega il grande romanziere di Boston, di eccezionali ed analitiche facoltà mentali”.
Luca Venanzi