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FESTIVAL DEL SALTARELLO IL 13 E 14 AGOSTO A CAMPO A MARE DI ROSETO DEGLI ABRUZZI

festival-del-saltarelloOggi un po’ di leggerezza estiva: vi invitiamo a visitare il festival del saltarello Abruzzese, un tuffo indietro per rivivere le nostre tradizioni e i nostri usi e costumi.

Sapere da dove si viene è sempre cosa buona e giusta, come rivivere e continuare a far vivere le nostre tradizioni.

L’ideatore del Festival è Danilo Di Paolonicola, teramano di origine, considerato tra i migliori fisarmonicisti del mondo. Vincitore di innumerevoli premi, ideatore e progettista di strumenti musicali per la Roland, compositore ed arrangiatore,  docente di fisarmonica e organetto al Conservatorio “A. Casella” de L’Aquila, è un artista poliedrico e la sua attività comprende anche la ricerca del mondo delle tradizioni abruzzesi.

Cos’è la saltarella?

La saltarella è un ballo tradizionale di area abruzzese, in parte del Molise e in alcune aree del Lazio fino al 1927 sotto l’amministrazione abruzzese (Amatriciano, Cicolano e Sorano), molto affine con le tarantelle meridionali. La forma più diffusa è la saltarella in coppia (non necessariamente eterosessuale), ma si conservano anche esempi di saltarella a quattro persone o in cerchio. Sono stati individuate delle sottotipologie coreutiche che si esprimono con varianti ritmico-melodiche e coreutiche ben evidenti; ne sono stati individuati almeno cinque modelli differenti: quello frentano, teatino, teramano, alto-sabino e la ballarella della Val Pescara, spesso considerata famiglia a sé, cerniera tra saltarella, spallata e tarantella[1].

La saltarella dovrebbe discendere direttamente dalla “saltatio”, il ballo più diffuso nella Roma antica, assieme alla danza della “ballicrepa” e al ballo cantato della “corea”.

Le prime fonti certe riguardo l’origine del saltarello sono comunque da ricercare nel XIV sec. Nel 1465 il Comazano lo indica come “ballo da villa” molto frequente fra gli italiani. Tra il XIV e il XVII sec. il saltarello è uno dei quattro modi basilari della danza di corte italiana (bassadanza, saltarello, quaternaria, piva): gli ambienti aristocratici erano soliti ispirarsi ai balli popolari per poi effettuare trasposizioni in stile aulico di musiche e coreografie. Nel XVIII e XIX sec. si è sviluppata per mano di numerosi artisti italiani e stranieri una ricca iconografia con scene di saltarello. In ambito popolare attuale, il genere musicale del saltarello ha molte affinità con la tarantella dell’ Italia meridionale[2] e viene eseguito generalmente dall’organetto, ma originariamente l’organico era costituito da zampogna, ciaramella, tamburello e tammorra. Viene chiamato al femminile “saltarella”, secondo un’usanza molto diffusa nel Regno di Napoli, così come per la Zumparella, la Ballarella, la Tammurriata, la Pizzica, ecc

Insomma non resta che augurarvi buon divertimento.

T.D.P.

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