Secondo il Rapporto di Quartz, Facebook sostiene di avere attualmente circa 1,1 miliardi di utenti, mentre Socialbakers ha recentemente pubblicato un aggiornamento statistico sull’utilizzo di Facebook in Italia: ci sono ben 23 milioni di utenti nel nostro Paese. La rilevanza del fenomeno Facebook genera varie domande, soprattutto per noi esperti, sulle conseguenze dirette che questo social network può avere sulle relazioni interpersonali ed anche quale può essere il benessere psicologico di chi lo utilizza. Leggendo la recente letteratura scientifica sull’argomento (nei contesti psicologici tutti ne parlano e da un paio di anni se ne discute persino nell’American Psychological Association) devo ammettere che mi sono davvero stupita dei tanti aspetti positivi emersi dalle varie ricerche; ma, attenzione, esistono anche quelli negativi! Primo, fra tutti quelli positivi: sembra infondata la credenza che la presenza sul social network produca una riduzione delle relazioni interpersonali vis a vis. Un altro vantaggio di Facebook sembrerebbe che esso sia un importante sostegno alla propria autostima ed infine un buon strumento di supporto sociale. Gli psicologi e gli esperti della comunicazione hanno sviluppato due diverse teorie su chi trae vantaggio da questo social network: secondo la prima teoria vi ricorrono le persone che nella vita reale sono considerate meno popolari, per diventarlo di più; la seconda teoria sostiene invece il contrario, ovvero la grande fiducia in sé stessi e l’estroversione rinforzano la popolarità in rete. E adesso passiamo ai risvolti negativi: se è vero che Facebook può rappresentare uno strumento utile per incrementare le proprie opportunità comunicative con potenziali effetti positivi su autostima e senso di auto-efficacia, bisogna essere consapevoli che, parallelamente, è in grado di creare nuovi problemi e comportamenti disfunzionali. Probabili “disagi” possono essere il cambio di identità, i comportamenti aggressivi, lo stalking, la violazione e l’abuso di informazioni. Inoltre altri rischi possono essere una spiccata tendenza al narcisismo (inteso come il Disturbo narcisistico di personalità) ed, inoltre, un uso eccessivo può generare ansia, depressione e le nuove dipendenze patologiche: questo è valido per tutti, ma in particolar modo per gli adolescenti. Invito a riflettere, quindi, su questo fenomeno rivoluzionario nel mondo di internet e su come usarlo: Facebook non deve diventare il mezzo di comunicazione privilegiato nella vita di ognuno di noi, ma semplicemente un canale supportivo. Può essere visto come un’estensione delle relazioni, delle informazioni e della comunicazione ma non migliorerà la nostra qualità della vita, vissuta comunque ed in larga parte nella realtà…reale! Riporto un proverbio italiano che fa al caso: “Con un po’ di buon senso si governa il mondo”…in questo ambito aggiungerei…anche quello virtuale! A grandi linee ho qui riportato ciò che emerge attualmente nella comunità scientifica psicologica, senza entrare troppo nel dettaglio: approfondirò alcuni aspetti dell’argomento nel prossimo numero di Blu news.
Dott.ssa Michela Staffieri