Il sindaco Sabatino Di Girolamo, insieme al dirigente del Comune, Marco Scorrano, ha partecipato questa mattina a una importante riunione tecnica a Roma, nella sede della Fee (Foundation for environmental education – Fondazione per l’educazione ambientale), l’organizzazione internazionale non governativa e non-profit, con base in Danimarca, che assegna ogni anno le Bandiere blu, di cui Roseto è tornata a fregiarsi proprio nel 2017.
L’incontro, peraltro obbligatorio per non subire penalizzazioni, è stato molto utile perché sono stati apportati dalla Fee alcuni aggiornamenti alla disciplina previgente e ha permesso di comprendere i nuovi elementi da inserire nelle domande.
Il sindaco, inoltre, è riuscito a ottenere un colloquio con il presidente della Fee italiana, Claudio Mazza, nel corso del quale ha ricevuto chiarimenti in merito a un’altra iniziativa della importante Fondazione: le Spighe verdi.
“Ho invitato il presidente Mazza a farci visita a Roseto”, spiega il primo cittadino, “e ho avuto da lui importanti indicazioni per ottenere anche la Spiga verde, che viene assegnata ai Comuni italiani che abbiano un territorio rurale con determinate caratteristiche. Il presidente mi ha illustrato l’importante iniziativa e quindi il nostro Comune lavorerà con grande attenzione per avere, nel 2018, oltre alla conferma della Bandiera blu anche questo prestigioso riconoscimento. Si tratta di un programma di sviluppo rurale sostenibile ed è rivolto ai Comuni che intendono valorizzare e investire sul proprio patrimonio rurale, migliorando le buone pratiche ambientali. In Abruzzo, per il momento, può fregiarsi della Spiga verde solo Giulianova. Le certificazioni della Fee”, conclude Di Girolamo, “sono particolarmente importanti per l’immagine della nostra città, per il turismo in particolare, perché attributi da una fondazione internazionale con un rigido protocollo. Non sono riconoscimenti di facciata ma programmi che rispondono a regole internazionali”.
Nel programma Spighe verdi è centrale il ruolo che ha l’agricoltura nella difesa del paesaggio, nella tutela della biodiversità e nella produzione di alimenti di qualità. Il Comune, per ottenere la certificazione e il marchio, deve autocandidarsi seguendo un protocollo in cui è prevista la rispondenza a criteri contenuti in diverse aree tematiche (acqua, energia, agricoltura, rifiuti, assetto urbanistico, tutela del paesaggio). La candidatura è volontaria e gratuita e viene valutata da una Commissione di valutazione nazionale che riunisce esperti provenienti da diversi enti pubblici e privati.