Il professor Elso Simone Serpentini, con maestria, ha saputo introdurre, e poi sviscerare, il romanzo di Antonio, toccando i suoi temi principali: la felicità e l’irrimediabilità, il mistero, il rapporto con i bambini. Ce ne sono altri, ma questi tre rappresentano il fulcro del romanzo.
La felicità, poi un vuoto incolmabile. “Un ricordo di un qualcosa che si è perduto – ha detto Antonio – secondo me ha un carattere ossessivo. Ecco perché la ripetizione continua del nome Melissa, un bel ricordo di cui non si fa in tempo a godere della felicità che subito la realtà ci afferma e ci riporta indietro. Ci sono immagini che restano più di altre, una linea quasi indefinita che in un attimo va dal passato, dove c’è la felicità, a questo presente grigio, ombroso, sordo, quasi come se tutto fosse ovattato”.
Poi ci sono il mistero, la paura e il desiderio “Io non mi metto a pensare a ciò che scritto, butto giù quello che mi viene in mente. Il discorso della paura e del desiderio introduce, nel protagonista che narra, un aspetto che sfioreremo più tardi. La sua mente rifiuta, ciò che non riesce a capire rappresenta quello che secondo le su convinzioni non è concepibile. Nel dormiveglia il suo corpo, che è un ricettore più diretto, privo di filtri, accoglie sensazioni che soddisfano i suoi desideri e accettano anche ciò che non riesce a capire. Il problema è che da lui dipendono altre due vite, i suoi due figli. Il protagonista crede di essere preda della follia, ma non vi dico se o in che parte questo è vero”.
Infine il rapporto con i bambini. “I bambini sono il motore di questa storia. Cercare di descrivere quest’aspetto qui è stato straordinario, perché il mondo dei bambini è straordinario. Loro concepiscono l’esistenza della magia con la stessa naturalezza con cui apprendono la realtà di ogni giorno. Rispetto a noi adulti hanno molti meno filtri, meno preconcetti. Siamo noi che, negli anni, piano piano, insegniamo a smettere di credere nelle favole per prepararli al mondo reale. Succede però che, quando la realtà non quadra, noi andiamo in crisi, mentre i bambini, con la loro naturalezza nell’accettare, diventano i nostri maestri. Spesso i bambini non ci ritengono in grado di capire. In questo libro, ma credo in molte cose della vita, penso che i bambini siano i custodi della verità, e bisogna ascoltarli. Non vi dico altro”.
Presenti anche Teresa Orsini, della casa editrice Artemia Edizioni, Luisa Ferretti, sempre di Artemia, che ha letto ad alta voce tre brani tratti dal libro, e il vicesindaco Maristella Urbini, che ha voluto omaggiare lo scrittore rosetano. “Riverberi d’ombra” è in libreria, e vi aspetta!
Luca Venanzi